Diamanti è l’ultimo film – capolavoro – di Ferzan Ozpetek, un inno alla sensibilità e alla bellezza.
Diamanti parte dal desiderio del regista di girare un film ambientato nella Roma degli anni 70, con le attrici che lui ama di più. Quello che andrà a realizzare è un film incentrato sulla figura severa di Alberta, titolare della sartoria Canova, insieme alla sorella Gabriella, che silenziosamente venera Alberta.
Nella sartoria lavorano tante donne, ognuna con una sua storia personale; alla fine del film appare anche il regista che sembra voler invitare lo spettatore a guardarsi dentro, a riflettere. Vuole che ognuno di noi tiri fuori le emozioni, i ricordi, le gioie e i dolori, senza sfuggire alle nostre paure e fragilità.
Diamanti: cosa mi ha raccontato Ferzan Ozpetek
Ciò che mi è sembrato il regista abbia voluto raccontare è l’importanza delle donne all’interno della società, nel mondo del lavoro, perché insieme possono fare la differenza e apportare un valore importante di cui godrebbero tutti.
Arriva forte il concetto di unione tra le donne in un’epoca di incertezza, quella degli anni ’70, incertezza che ancora oggi viviamo. Sono trascorsi degli anni ma i problemi sono sempre gli stessi.
Spettacolare è la presenza di Silvana, colei che fa da madre a tutte e che si prende cura di ognuna cucinando per loro, proteggendole e accompagnandole tutte perché ogni diamante è fragile ma brilla di una sua luce propria.
Le donne e i temi di Diamanti
A mio avviso ci sono dei temi importanti che emergono da Diamanti, temi sui quali riflettere e Ozpetek ci invita a farlo ulteriormente raccontandoci tante storie di donne diverse: sicuramente spicca la solidarietà femminile, la collaborazione e il sostegno reciproco per le donne che lavorano nella sartoria sia nell’affrontare i problemi lavorativi che quelli personali. Il regista mette in risalto come l’unione possa fare miracoli e trasformare i fragili individui in una forza e potenza collettiva.
L’autodeterminazione è un tema cruciale. Le donne di Diamanti riescono con forza e coraggio a emergere realizzando i propri desideri, affrontando sfide personali e professionali in una società complessa.
È importante dare un messaggio positivo e Ozpetek l’ha fatto brillantemente perché dai momenti bui possiamo e dobbiamo rinascere. Mi ha fatto pensare a quello che faccio quando scrivo i miei romanzi: parlare positivamente per dire alle donne “se volete potete farlo”.
Un altro aspetto importante che emerge è la violenza domestica, come la storia di una delle sarte che vive una relazione tossica e abusante, di cui trova la forza di liberarsi dopo essersi confidata con le altre che l’hanno spinta a uscirne e a trovare il coraggio di prendere per mano sé stessa.
Un altro aspetto che ho ritrovato è la maternità. Una delle sarte ha un figlio ed è sola e deve arrangiarsi per poter lavorare e crescere il suo bambino. Anche qui la solidarietà delle altre è fondamentale, contare su una rete di relazioni che può aiutare le donne che lavorano a non rinunciare a farlo, soprattutto quando si è sole con figli da crescere. Su questo aspetto tornerò in altri post.
Il rapporto tra Alberta e Gabriella, un rapporto di sorellanza con tante difficoltà e sfaccettature, è un ulteriore elemento che emerge dal film Diamanti. Alberta è la maggiore, razionale e responsabile che protegge sua sorella dopo la scomparsa dei genitori; Gabriella è impulsiva, sognatrice, cerca di sfuggire al dovere, alle responsabilità. Tra le due c’è un conflitto basato su amore e odio, Alberta rimprovera Gabriella per la sua immaturità e quest’ultima la percepisce come soffocante. Assistiamo a un litigio esplosivo che avviene all’interno della sartoria, un momento di rottura dove si accusano a vicenda e poi la riconciliazione, quando Alberta aiuta la sorella in difficoltà ed entrambe si ritrovano. Ho riflettuto sull’importanza delle relazioni e del rispetto delle differenze che si hanno e che ci contraddistinguono.
Parità di genere nel film Diamanti
Ferzan Ozpetek parla del concetto di parità di genere, sociale e relazionale: sicuramente lo vediamo nella sartoria dove le donne lavorano, dove emerge la loro creatività, competenza, professionalità e strategia imprenditoriale, protagoniste autonome che decidono per il loro futuro. Assistiamo anche a un ribaltamento dei ruoli tradizionali, gli uomini hanno un ruolo minore e subordinato rispetto alle donne, che sottolinea un’inversione delle dinamiche di potere. Non c’è donna o uomo nella conduzione di un’azienda, ci sono delle persone e quindi parliamo di parità di genere.
Troviamo poi la parità sociale e l’inclusione perché all’interno della sartoria le sarte provengono da contesti sociali diversi dove le differenze sociali non ostacolano la collaborazione e la cooperazione.
In Diamanti la parità si raggiunge attraverso la solidarietà e l’amore, il film è un omaggio alla forza delle donne ma anche un invito a riflettere sull’equità dei diritti leggendo nella parola PARI un’esigenza emotiva e umana a livello universale.
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