Il femminismo spiegato ai bambini
Scritto da Elisabetta Pieragostini
Sempre più spesso oggi si parla di femminismo. Su Internet, nei libri, in tv, sui principali giornali se ne hanno notizie varie ed eventuali e non sempre hanno a che fare con vicende gioiose. Sapete che ad esempio la quasi totalità dei posti di lavoro persi a fine 2020 a causa del Covid era di lavoratrici? C’è bisogno di parlare di femminismo e c’è bisogno di farlo con cognizione di causa, ovunque. E oggi ho deciso di parlarne anche io perché le mie figlie iniziano a chiedermi cose sull’argomento e reputo giusto spiegare loro cosa sia il femminismo, soprattutto perché sono donne e perché un domani potrebbero essere proprio loro a scendere in piazza per difendere i loro diritti. Sperando però che per allora ve ne sia meno bisogno.
Cos’è il femminismo?
Uno stile di vita? Una difesa dei propri diritti? Ribadire la parità di genere? È tutto questo e molto di più. Femminismo non è porre la donna al di sopra dell’uomo, cosa che sarebbe naturalmente sbagliata, ma è comprendere sì le differenze che abbiamo tra ogni essere umano facendo in modo che la donna non si trovi più in una posizione di inferiorità. Quindi femminismo è comportarsi OGNI SANTISSIMO GIORNO in modo che tutti, senza distinzione di sesso, possiamo godere degli stessi diritti adempiendo agli stessi doveri.
Ci siamo fin qui, bimbi? Secondo voi le vostre compagne di scuola non hanno i vostri stessi diritti? Cosa fareste se, ad esempio, un giorno il maestro di italiano arrivasse in classe e vi dicesse che voi potete fare ricreazione mentre le vostre compagne devono mettere a posto il materiale utilizzato nell’ora di disegno?
Oggi ve ne voglio parlare perché domani sarete voi a guidare il Paese e lo dovete fare nella maniera più giusta e sulla base dell’uguaglianza.
Uguaglianza… Quanto è bella questa parola?
Essere femministi – perché sì, non sono solo le donne a essere femministe, ma lo possono essere anche gli uomini che abbracciano questa visione del mondo – significa difendere i propri diritti, combattere per non subire quelle ingiustizie che pongono l’uomo al di sopra della donna.
Vi parlo di femminismo perché vorrei acquisiste consapevolezza e voglia di cambiare le cose, partendo proprio dalle piccole cose, come le amicizie, ad esempio. Vi sembra giusto escludere le bambine quando si fa un gioco considerato da maschi? Si inizia da qui, dai piccoli passi e dal quotidiano. Non desiderate vivere domani in un mondo migliore? Un mondo dove nessuno viene discriminato semplicemente perché è maschio o femmina. Un mondo in cui, a parità di conoscenze, potrete svolgere tutti le stesse professioni. O non credete possibile che una vostra compagna di scuola possa diventare una programmatrice invece che un’infermiera?
Cos’è quindi il femminismo? La cosa più semplice e naturale del mondo: considerare gli uomini e le donne come persone che devono avere gli stessi diritti e gli stessi doveri e che non devono essere discriminati perché nati in un modo o nell’altro.
Come vi sentireste se veniste privati di una bella occasione solo perché avete, ad esempio, i capelli rossi? Non sarebbe una cosa molto bella, vero?
Il femminismo quando si è genitori
Adesso vorrei dire una cosa a voi, amici e colleghi genitori che, come me, avete il difficile compito di guidare queste piccole creature verso il mondo. Abbiamo il dovere di educare i nostri figli alla parità di genere, perché nessuno più deve essere escluso dalle possibilità della vita e nessuna donna dovrà perdere il lavoro o sentirsi sminuita nelle sue scelte solo perché è nata con una vagina invece che con un pene.
Cosa fare quindi? I miei sono piccoli consigli, sentitevi liberi di scrivermi per aggiungerne altri o per discuterne:
- Educare i nostri bambini allo stesso modo, che siano maschi o che siano femmine, utilizzando linguaggio e giochi inclusivi, con rispetto dell’individuo a prescindere dal sesso;
- Comprare loro giocattoli senza distinzione di genere: fateli scegliere liberamente e giocare con tutto e con tutti;
- Insegnare ai nostri ragazzi che a casa tutti devono collaborare: le faccende di casa sono compito di tutti, mamma, papà, fratelli e sorelle. Tutti dobbiamo dividerci i compiti e aiutarci quando l’altro non può, è stanco, non è presente o non si sente molto bene. La mamma o le sorelline non sono le Cenerentole di casa;
- Incoraggiare nei giochi di ruolo a essere chi vogliono e non solo maestre o ballerine per le bambine, e dottori o nuotatori per i maschi. Tutti possono scegliere chi essere o chi voler diventare giocando, bisogna sostenerli sempre e appoggiarli nelle loro scelte affinché ogni bambino maturi la propria autonomia, la propria indipendenza e la propria coscienza intellettuale e sociale;
- Insegnare il rispetto delle persone e delle amicizie e l’importanza e la bellezza di avere un’amicizia tra un maschio e una femmina, non solo tra ugual sesso. Trasmettiamo loro l’amore per l’altro e il rispetto;
- Dire loro che anche i maschi piangono, senza vergogna, siamo tutti essere umani con dei sentimenti e delle emozioni;
- Abolire l’espressione “Questa cosa è da femminuccia” o “Non sei una femminuccia”: sono retaggi ignoranti e che denotano poca sensibilità.
Il femminismo a casa mia
Non sono certo la madre perfetta, ma su alcune non transigo perché non voglio assolutamente che le mie figlie debbano sentirsi sminuite perché indossano una minigonna, che debbano guadagnare di meno a parità di titoli, competenze e mansioni o che debbano sacrificare le proprie ambizioni perché qualcuno gli impone di stare a casa se non è una loro libera scelta.
Una donna deve poter scegliere liberamente di abortire, di non avere figli o di averne molti, di non sposarsi, di fare l’astronauta, di uscire da sola, di ballare sotto la pioggia su una spiaggia nuda, di pubblicare una foto scema sui social e di dire le parolacce. È il rispetto che ci distingue tra esseri umani, non di certo il sesso. E questo a casa nostra è sempre stato chiaro, anche prima che nascessero Matilde e Viola.
Ovviamente quella cosa che noi donne siamo multitasking e gli uomini non vedono un uovo in frigo davanti ai loro occhi è vera, ma non diciamolo in giro.
Le mie bimbe devono poter urlare come i loro amici maschi, devono poter giocare a calcio, studiare l’astrofisica o scegliere di indossare tutti i colori che esistono secondo gli dei del Pantone. Non devono aver paura di chiedere a un amico di giocare insieme, così come credo sia naturale che un bimbo debba poter chiedere a una bimba di giocare con lui senza sentirsi preso in giro dal gruppetto.
Ovviamente la mia Viola tutta pepe ha capito subito il discorso. Sapete cosa è venuta a dirmi un giorno? “Mamma, oggi sono andata da Fabio, Edo e Leo e ho chiesto loro di giocare, ma stavano scambiandosi le figurine dei calciatori. Io mi sono intrufolata, e ho detto Ragazzi, io sono della Juve e mi piace il numero 9 Alvaro Morata. Loro sono rimasti sorpresi e mi hanno regalato la figurina”. “Ecco, brava Viola che con la tua faccia tosta hai compreso bene il femminismo, però amore di mamma, ma proprio della Juve devi essere?” Questa è stata la vera pugnalata per un’interista passionaria come me.
E Matilde? Lei sarà una di quelle che parteciperanno ai movimenti femministi e che tutelerà i diritti delle donne. Già me la vedo su un palco a parlare, a dichiarare con fierezza di avere la vagina e a citare Oscar Wilde “Date alle donne occasioni adeguate ed esse possono fare tutto”.
Diamo a tutti i bambini strumenti adeguati, perché davvero loro possono fare tutto. Soprattutto costruire un mondo migliore di quello che stiamo vivendo.
Scritto da Elisabetta Pieragostini
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