Andare dallo psicologo non significa essere sbagliati


Scritto da Elisabetta Pieragostini
Il Bonus psicologo nelle ultime settimane ha portato nuovamente alla luce l’argomento della salute mentale che, ahinoi, in Italia è ancora troppo snobbato o vissuto come qualcosa da nascondere.
Oggi rivolgerci a uno specialista, psicologo, psicoterapeuta o analista, è un privilegio; avere un mentore che ci possa aiutare e supportare nelle nostre scelte deve essere importante e non discriminatorio, come era in passato. Chi si recava dallo psicologo lo faceva di nascosto, era considerato un tabù e si veniva considerati matti o quelli senza speranza. Ma in Italia spesso è ancora così e regna la regola che bisogna farcela da soli, non servono aiuti da parte di estranei.
Si respira ancora lo stereotipo dello psicologo strizzacervelli che cura i pazzi, vigono la vergogna e la paura che le persone vicine lo possano scoprire, poi saremo lo zimbello di tutti, il caso disperato della famiglia.
La terapia è un percorso lungo e complesso, ci vogliono motivazione, determinazione, pazienza e voglia di mettersi in discussione. Noi vorremmo che durasse due o tre sedute al massimo e non di più, che lo psicologo avesse la bacchetta magica per risolvere tutti i nostri problemi.
Decidere di affidarsi a uno psicologo è una scelta matura
Rivolgersi allo psicologo è come rivolgersi a un altro medico quando abbiamo un dolore fisico, allo stesso modo se non stiamo bene mentalmente ed emotivamente è importante andare dallo psicologo senza nasconderci o chiuderci in noi stessi per non mostrare le nostre debolezze.
Spesso veniamo additati come nevrotici, pieni di problemi, deboli. Ma non può essere che ci andiamo per migliorarci? Che prendiamo il coraggio a due mani e decidiamo di essere la nostra priorità?
Chi va dallo psicologo è una persona che si ama profondamente, una persona coraggiosa che vuole comprendersi meglio e aiutarsi a crescere sotto tutti i punti di vista.
Credo che sia uno dei più grandi gesti d’amore che possiamo fare nei confronti di noi stessi in primis e poi dei nostri affetti. Perché saper guardare con un occhio diverso molte dinamiche e avere nuovi punti di vista migliora anche la nostra relazione con chi ci sta accanto e attorno.
La mia esperienza psicologica
Ebbene si, anche io ho il mio psicologo di fiducia. Una folle esperienza che a me è servita e aiuta ancora oggi a superare le mie problematiche, che tanto tutti abbiamo, chi più chi meno. E le mie paure, le mie angosce…
Non me ne vergogno, anzi, ne vado fiera perché oggi sono una persona migliore, consapevole delle mie fragilità ma allo stesso più sicura di me. Ho riconosciuto e conosco i miei errori, i miei limiti e ci lavoro per migliorare me stessa.
Non è stato un percorso sempre facile. Spesso è anche doloroso quasi fisicamente perché ti scava dentro e in alcuni momenti ti senti senza la forza di reagire e agire. Ma credo nel miglioramento continuo e lo applico anche in azienda e con le mie figlie.
Ho portato anche Matilde dallo psicologo perché voleva confrontarsi con una persona esperta per capire determinate cose della sua preadolescenza.
Ci sono schemi familiari, ripetizioni, vissuti che credo sia bene mettere a fuoco per essere persone più serene, equilibrate e capaci di essere felici. Perché si, essere felici, più spesso di quanto immaginiamo è una capacità che si acquisisce con duro lavoro. Una skill diremmo in azienda.
E perché quindi bisognerebbe vergognarsi di essere migliori e di prendersi cura di sé stessi? Andiamo dall’oculista, dal dentista, dall’ortopedico… perché avere cura dei propri ingranaggi mentali ed emotivi dovrebbe essere una vergogna?
Parlarne sempre di più
A casa, al lavoro, tra amici, sui social… bisogna parlarne sempre di più.
Andare dallo psicologo non è una vergogna e non vuol dire essere persone sbagliate.
Facciamoci questo regalo, diamoci la possibilità di essere persone migliori. Diffondiamo informazioni, facciamoci promotori di salute mentale ed emotiva, aiutiamo, partendo da noi stessi, questo mondo a essere un posto migliore e più accogliente per i nostri figli.
Lo meritiamo noi e lo meritano loro, che non hanno nessuna responsabilità di essere stati messi al mondo. Lo abbiamo deciso noi e gli dobbiamo almeno la possibilità di crescere in un ambiente quanto più sano possibile.
Portate avanti con me questa battaglia?

Scritto da Elisabetta Pieragostini
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