Nel contesto socioeconomico italiano attuale il ruolo delle donne nel mondo del lavoro è un argomento che suscita sempre più interesse. Il punto focale è che siamo ancora troppo lontani dal colmare il gender gap.
Analizziamo oggi un po’ di dati relativi alla situazione lavorativa femminile per avere degli spunti interessanti su cui riflettere e per comprendere quali sono le sfide e le opportunità che le donne possono incontrare nel mercato del lavoro italiano.
Sfide e opportunità femminili
Secondo i dati dell’ISTAT (Istituto nazionale di Statistica) la presenza delle donne nel mondo del lavoro è in crescita costante, anche se è evidente una disparità di genere con una percentuale di occupazione femminile inferiore rispetto a quella maschile.
Nel 2023 le donne occupate erano il 49,5% rispetto agli uomini che vedono il 63,8% degli occupati. A questo dobbiamo aggiungere il tasso di disoccupazione femminile che si cristallizza al 9,1% contro il 6,8% maschile che segna un divario che aumenta nella fascia d’età tra i 15 e i 24 anni.
La partecipazione al lavoro del mondo femminile è soggetta a delle criticità:
- occupazione ridotta e precaria;
- part time;
- stipendio basso;
- impossibilità di carriera.
Anche i dati sulla conciliazione vita-lavoro mostrano come la donna goda di minore flessibilità rispetto all’uomo risultando anche meno coinvolta nell’organizzazione degli orari di lavoro.
La maternità continua a essere un fattore determinante per le dinamiche lavorative delle donne; spesso devono lavorare part time o abbandonare il posto di lavoro dato che non sono supportate dalle istituzioni. Per la possibilità di carriera è un elemento negativo essere madri.
Differenze significative
Esaminando i settori occupazionali emergono differenze significative nella distribuzione professionale delle donne sul territorio italiano; le troviamo più facilmente occupate nel settore terziario, mentre è più difficile vederle nelle industrie e nelle tecnologie che sono ancora appannaggio maschile.
Altro aspetto fondamentale è la disuguaglianza salariale tra donne e uomini, i dati forniti da Eurostat ci mostrano come le donne siano meno retribuite: 16,3% in meno rispetto agli uomini. Questa criticità deve essere colmata perché sulla carta abbiamo gli stessi diritti ma mancano ancor i fatti concreti.
In Italia il mondo del lavoro per le donne è ancora caratterizzato da molte difficoltà, tanto che una su cinque abbandona il posto di lavoro dopo essere diventata mamma. Il nostro Paese si posiziona tra gli ultimi posti per il tasso di occupazione femminile. Le donne occupate sono circa 9,5 milioni contro 13 milioni di maschi. Le donne che lasciano il lavoro oltre che per la maternità, e parliamo del 52%, anche per gli aspetti economici, sono il 19%. Il gap retributivo medio tra donne e uomini è pari al 5% mentre quello complessivo è pari al 43%.
A conti fatti
Tirando le somme possiamo dire che le donne hanno una partecipazione al lavoro più bassa, e spesso precaria, con una netta prevalenza di part time per una serie di fattori:
- la mancanza dell’assistenza all’infanzia;
- la difficoltà a conciliare la vita lavoro con la vita privata.
Nonostante le sfide, qualche segnale positivo per il futuro si intravede, come l’ampliamento delle politiche che sono a sostegno della parità di genere sul luogo di lavoro, nei consigli di amministrazione e le politiche di conciliazione vita-lavoro, per portare un esempio concreto.
La situazione lavorativa delle donne in Italia riflette una complessa difficoltà di intersezione di fattori culturali, sociali ed economici. Affrontare le disuguaglianze richiede impegno costante da parte di tutti a prescindere dal genere.
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