Esistono favole per maschi e favole per femmine?
Scritto da Elisabetta Pieragostini
Se con i vestiti forse è più semplice la cosa, con i i giocattoli e le favole entriamo in un tunnel più buio di quello ricoperto di spalmabili e scaglie di cioccolato in cui entriamo a ogni sindrome premestruale.
Le favole sono importanti per la crescita, creano le basi per il riconoscimento del buono e del cattivo, del Bene e del Male, di una vita predestinata e della facoltà autodeterminante di cambiare le sorti a un destino più o meno infausto. Ma ci siamo mai soffermati a pensare se esistono favole per maschi e favole per femmine?
Io l’ho fatto, anche oggi. E ho sentito di voler condividere con voi queste mie riflessioni.
Favole per maschi e favole per femmine: parliamone insieme
Di solito nelle favole esiste tanto la presenza del maschile quanto quella del femminile e, nello sviluppo della storia, assistiamo all’evoluzione di come queste due entità si rapportano tra loro.
Questo è ciò che accade nelle storie che da sempre ci accompagnano, che ci vengono lette o raccontate. Da che mondo è mondo.
Ma come vengono presentati i maschietti e le femminucce?
In genere il titolo della favola riporta il nome della protagonista femminile, ma non è lei l’eroina (Sorpresa!). Lei viene spesso liberata dal personaggio maschile che appare nella sua bellezza e forza da eroe e permette alla fanciulla di realizzare i propri sogni.
Cosa sognano in genere le protagoniste femminili delle favole? Di essere salvate dal principe azzurro e alla fine un matrimonio, da favola appunto, dove vissero tutti felici e contenti festeggiando nel Castello delle cerimonie con Donna Imma e Matteo insieme a 350 invitati provenienti dalle corti di tutto il mondo.
Nelle favole si rappresentano i due poli: da una parte quello femminile con protagoniste buone, gentili e belle, dall’altra quello maschile, con protagonisti forti, coraggiosi avventurieri. E già questo dovrebbe farci sentire puzza di fregatura sin da piccole.
Le femmine vengono rappresentate come brave ancelle, spesso con alle spalle una storia sfortunata, ubbidienti e devote alla famiglia. Ai maschi viene perdonata ogni bizzarria, come nella vita. Un maschio che fa le bizze, tanto nelle favole quanto nella vita, viene visto come un ragazzo o un uomo con carattere. Una ragazza o una donna, invece, solo come capricciosa e ribelle.
La sentite di nuovo la puzza di fregatura?
Quando leggiamo le favole ai bambini già distinguiamo quelle per femmine e quelle per maschi in base alla storia che viene costruita: ogni volta che evidenziamo alle bimbe il destino di trovare il “vero amore”, quello che la sposerà perché questo è il suo obiettivo, parliamo di favole per femmine. Ogni volta che ai bimbi viene mostrato come e perché diventare forti e pronti a salvare la loro principessa, perché nessuna fanciulla ci riuscirà perché è soltanto bella e debole (ricordiamo Cenerentola), parliamo di favole per maschi.
Non so voi, ma io a questo punto sento davvero le fregature piovere dal cielo e un sentore di rabbia muoversi dentro lo stomaco. E non è fame.
Che poi, cosa accade dopo il matrimonio da favola nessuno lo sa e non ci è dato saperlo. Nessuno racconta la verità, né ai grandi né ai piccini.
Le favole come specchio dell’evoluzione antropologica, sentimentale e relazionale
Le favole sono un importante veicolo con cui gli adulti possono e devono insegnare ai bambini che le storie che immaginiamo, raccontiamo e che possono verificarsi nella realtà sono per tutti.
Non ci sono differenze di genere.
Le favole rappresentano, in maniera immaginaria, l’evoluzione della società. Questo spiega i ruoli affidati ai protagonisti femminili e a quelli maschili. Ed è esattamente per questo che ci sono favole che cambiano nel tempo alcune figure, come ad esempio Mulan, che non vuole essere moglie ma si trasforma in soldato per salvare suo padre. Mulan è forte e coraggiosa poi però anche lei alla fine torna alle faccende domestiche e si sposa con il suo capitano.
La rivoluzione della visione maschile e femminile arriva con Shrek, dove Fiona è la protagonista ironica, coraggiosa, poco aggraziata e capace di svolgere mansioni maschili. Il protagonista maschile non è un principe bello e coraggioso e non è romantico, si trova a fare l’eroe per caso.
Questo cosa significa?
Che il mondo, dopo secoli di patriarcato e di differenze di genere, può e deve cambiare. Anzi, che sta cambiando. Tutti possiamo leggere tutte le favole del mondo perché sono vive, vibrano di storie e suggestioni.
Non educhiamo i nostri figli alla differenza, ma mostriamo loro che sì, uomini e donne sono diversi per natura, ma che tutti possiamo fare le stesse cose e che tutti possiamo diventare ciò che desideriamo. Eroi, capitani, mogli, mariti, madri, padri o single, se lo desideriamo davvero.
Mostriamo ai bimbi che un mondo in cui uomini e donne collaborano è possibile e in cui non è un regno o un castello e decidere le sorti di un matrimonio, ma solo l’amore e la voglia di condividere un progetto comune.
Raccontiamo favole in cui non c’è distinzione di genere, perché possiamo amare gli stessi colori, svolgere gli stessi mestieri e collaborare.
E voi che favola scegliete per i vostri figli?
Scritto da Elisabetta Pieragostini
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