I miei primi 40 anni: discorso, ricchi premi e cotillon
Scritto da Elisabetta Pieragostini
I miei primi 40 anni: oggi ho voluto farla proprio grossa.
È da un pochino che sono entrata a far parte del mondo dei cosiddetti “anta” – non suona così Marina Ripa di Meana ‘sta cosa? – e nonostante questo posso dire a gran voce che me li porto proprio bene, sembro una ragazzina di vent’anni, invece no ho ben due volte 20. Oh, non è mica un peccato di superbia dirlo. Lottiamo ogni giorno per la nostra autodeterminazione, per la nostra consapevolezza, e oggi voglio proprio dire che i miei primi 40 anni li indosso con un certo gusto.
Al mio paese ho sempre sentito dire che la vita inizia a quarant’anni e li ho aspettati con tanta euforia che il giorno dopo del mio compleanno non era cambiato proprio niente. Delusa? Beh, saranno stati i postumi dello champagnino.
Scrivo solo un post e non un libro come Marina Ripa di Meana, perché lei sì che ne aveva di storie da raccontare, io no anche perché la mia è una vita normalissima, come quella di tante altre e non ho eventi mondani da raccontare, incontri con personaggi famosi. A parte l’ultimo incontro casuale fatto a Roma mentre ero a cena con le mie cugine e mia sorella: lui seduto a un tavolo, bello come il sole, con la sua voce splendida e io sulle note di Non avere paura ho chiesto una foto a Tommaso Paradiso.
Marina aveva anche una vita sentimentale movimentata, della serie non ci si annoia mai. Lei sì che ne aveva di cose da raccontare. La mia vita invece è fatta di lavoro, casa, divano e letto, insomma una vita piatta e monotona, si direbbe. Da una parte sì, dall’altra no. Se consideriamo tutto tutto tutto ho una vita frenetica tra lavoro e figlie che mi fanno correre a destra e manca. Diciamo che mi mancano le serate quelle belle fatte di aperitivi, cene, locali dove chiacchierare e ballare, ma c’è un tempo per tutto, e io ne ho fatte di serate. Arriva un momento nella vita dove si fanno scelte diverse e tutto cambia.
No, non voglio ammorbarvi con un testamento alla bella vita. La vita cambia, è vero, ma anche in maniera forse più piacevole. Onestamente io ai miei 20 anni probabilmente non ci tornerei, mi tengo stretta questa consapevolezza dei 40.
Se non fosse per…
I miei primi 40 anni: quando tutti ti chiedono il bilancio della vita
Ragazzi, già il rapporto con le bilance non è sempre idilliaco, se parliamo di bilanci io me ne scappo in Thailandia e non torno più.
Il parentado. Gli amici. I conoscenti. Tutti a chiedere il bilancio dei miei primi 40 anni.
Non bastava occuparmi di certe cose in azienda. No, mi viene chiesto di farlo anche sulla mia pelle. Sul mio cuore. Sui miei muscoli, ossa, legamenti. Fegato. E ‘sto fegato me lo volete far diventare grosso prima ancora di brindare a champagne?
“Discorso, discorso, discorso”. Voglio mori’.
Basta, non concedo dichiarazioni. Tutto quello che volete sapere ve lo possono spifferare Matilde e Viola che sono più a loro agio di me con le dichiarazioni.
Ma un po’ di cazzi vostri no? No, tutti devono sapere se ti senti realizzata, se ti senti donna, mamma, e come ti senti.
Ma dico io che ve ne frega a voi di come mi sento? Mi state a fa’ sali’ l’ansia. Ai secondi 40 anni così non c’arrivo.
Quanto rimpiango quei diari segreti adolescenziali dove raccontavi solo a lui i tuoi stati d’animo, i tuoi pensieri, i tuoi amori e le tue delusioni. Invece a quarant’anni devi metterti in piazza e raccontare.
Facciamo così preparatevi tutti, famiglia, compaesani, dipendenti, colleghi, conoscenti, negozianti, parrucchiere, estetiste e nutrizionista: parlo una volta per tutte, faccio un discorso serio, un comizio tipo quelli politici, perché pare che i miei quarant’anni siano un evento eccezionale e tutti vogliono sapere, quindi eccomi pronta a mettermi tra le vostre grinfie.
Iniziamo.
Il discorso dei miei primi 40 anni
Salve compaesani, parenti e amici,
sono qui per dirvi come mi sento visto che ho varcato i quarant’anni e morite dalla curiosità di sapere se ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni.
La vita lavorativa va abbastanza bene, visti i periodi difficili, non ci lamentiamo, ho un bel lavoro anche se nel mio settore noi donne siamo viste sempre differenti, invece spesso facciamo degnamente le scarpe anche ai migliori manager, ma lasciamo stare, ci vorrebbero giorni interi per parlare di questo.
Ho due figlie meravigliose alle prese con i primi problemi che annunciano l’imminente adolescenza, la prima – aiutatemi non sono pronta -, e problemi di bilancia, la seconda, che inizia a specchiarsi troppo. Anche qui dovremmo stare ore e ore a parlare, ma andiamo avanti.
A proposito di bilance, ho iniziato una dieta, argomento che coinvolge sempre tutti dato che vieni squadrata ovunque manco fossi una terrorista. Se vi interessa contattatemi in privato e vi do il numero del mio nutrizionista che mi ha detto: “Signora lei ha quarant’anni, deve mantenere questo tipo di alimentazione da qui in avanti perché non si sa quando potrebbe bussare alla sua porta la menopausa e non può farsi trovare impreparata, quindi il peso lo dobbiamo mantenere e faccia attività fisica mi raccomando, delle belle passeggiate e starà benissimo.”
Le passeggiate come i vecchietti che devono tenere sotto controllo la glicemia. Le passeggiate come le signore che devono riattivare la circolazione.
“Non si può morire dentro”, ma io un po’ si.
Va bene, seguiamo il dottore perché hai quarant’anni e il corpo deve stare in salute, come se a 39 potevi scialare.
Andiamo avanti: la vita sociale. So che vi interessa quell’attività pruriginosa e peccaminosa della bella vita.
La vita sociale è abbastanza attiva all’ora degli aperitivi, anche se Conte sta tentando di togliermi anche questo, ma io sono fiduciosa. Torneremo ai momenti belli, fatti di chiacchiere e spritz.
Spritz? Ahahahahahah.
Chi mi conosce bene sa che prendo Crodino doppio, neanche quel po’ di alcool che magari ti rende la vita più frizzante. Benvenuti nella mia vita sociale peccaminosa e alcolica.
Ah, poi ho aperto questo blog, per parlare tra amici, confrontarci e per farvi leggere i cazzi miei così fate prima, anziché andare a chiedere in giro, poi non si sa mai cosa capite, magari fraintendete, quindi meglio se ve le dico direttamente io.
Ho scritto il mio primo libro di favole per bambini “Ti prometto sogni belli” e visto che siamo tutti qui, cari compaesani, acquistatelo per i vostri bambini. Intanto approfitto del comizio per farmi pubblicità, il che non guasta mai.
Poi, se avete pazienza, arriverà anche un romanzo, quello si bello frizzantino, quindi non cambiate blog e restate sintonizzati su Gli Unicorni vivono qui.
Infine cos’altro volete sapere?
Penso di avervi detto tutto, di come è la mia vita a quarant’anni. Poco diversa dai 35 per esempio, ma almeno siete contenti così.
Aspettate prima di fare rientro nelle vostre case, so che manca una cosa, l’amore, gli amanti, la vita sessuale, diciamo che… sono affari miei; per il momento ve ne ho raccontati pure troppi.
Grazie a tutti per l’attenzione e ci rivedremo qui tra dieci anni, alla soglia dei cinquanta e vi rifarò il resoconto della mia nuova vita. Come cantava Ornella Vanoni… Domani è un altro giorno. Si vedrà.
Votatemi e fate votare.
Ps: sì, in foto sono io la sera della festa. Non ero uno schianto?
Scritto da Elisabetta Pieragostini
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