Paghetta e regali: rendere autonomi i bambini?


Scritto da Elisabetta Pieragostini
Quante volte ci siamo interrogati sulla paghetta e sui regali da dare ai nostri figli? Quante volte ci siamo chiesti se fosse giusto o sbagliato? Dobbiamo dare qualche soldino ai nostri figli per poterli spendere in autonomia?
Il valore psicologico della paghetta
Alcuni psicologi dicono di si, che è un modo per responsabilizzarli, dando valore e giusto significato ai soldi e a considerare con un valore diverso ciò che vogliono e desiderano acquistare.
Attraverso la paghetta si vuole insegnare ai bambini il valore dei soldi ma anche il risparmio, perché devono saperli utilizzare e saper anche risparmiare per poi acquistare ciò che desiderano, che ovviamente è uno sfizio, un di più, l’oggetto dei desideri, perché il necessario glielo forniamo sempre noi.
Poi ci sono anche i genitori contrari perché i soldi della paghetta non vengono guadagnati e sudati con il lavoro. Ci sono i genitori che preferiscono che i figli chiedano per tenerli sotto controllo, eh si, esiste anche questa variante. Poi abbiamo i genitori che elargiscono regali monetari o materiali in generale dietro a un merito, come un compito a scuola, e questo spesso viene visto in modo negativo perché a scuola si devono impegnare a prescindere.
E i regali?
Stessa cosa succede anche con i regali che spesso facciamo ai nostri figli quando hanno raggiunto dei risultati. Anche qui dobbiamo stare attenti a non cedere al ricatto, a non premiare il risultato ma l’impegno. Meglio scegliere un regalo simbolico anziché uno troppo importante.
Paghetta, regali e autostima
Sia la paghetta che i regali possono essere uno strumento utile per favorire l’autostima e, nel caso della paghetta, anche per gestire i soldi autonomamente, aiutando i nostri figli a capire che devono saperli utilizzare bene per comprare ciò che desiderano e scegliere in maniera oculata perché poi non ci saranno più.
Una strada che sposo è quella di non trasformare questi strumenti in premi o punizioni. Per aiutare i nostri figli in una giusta gestione dei soldi è utile diventare come una sorta di loro consulenti finanziari.
Mi piace l’approccio di Giuliana Salvucci che da brava consulente dice di insegnare l’economia ai bambini e di introdurre il concetto di “soldi” nella mente e nella vita fin da piccoli.
Durante la quotidianità si deve raccontare la vita includendo i soldi, anche con esempi concreti, rendendoli partecipi dello scambio della moneta da dare al negoziante e raccontargli che per comprare quel prodotto è necessario dare dei soldi in cambio.
Educazione finanziaria, questa è la chiave.
Paghetta e regali: cosa ne penso io e come mi comporto
Personalmente non do una paghetta, le mie figlie hanno dei soldi da parte e sono regali dei nonni. Penso che chiamerò Giuliana per farmi aiutare perché loro non vogliono spendere i loro soldi se hanno la possibilità ogni volta di “fregarmi”, così qualche sfizio se lo tolgono e i soldi restano intatti nel loro salvadanaio.
Hanno fatto loro il valore dei soldi e il concetto di economia.
Per quanto riguarda i regali, quelli vengono fatti, tolte le feste, quando termina la scuola per la fine del percorso raggiunto e non certo per il risultato, hanno studiato e hanno fatto il loro dovere come il mio quando tutti i giorni vado a lavorare per guadagnare e garantire loro una vita dignitosa. Entrambi gli strumenti devono essere rafforzativi e applicati senza ricatti, con consapevolezza.
Insomma, anche in questo caso, abbiamo un bel percorso di educazione da fare. È sempre nell’educazione e nella formazione la risposta all’autonomia e all’indipendenza.

Scritto da Elisabetta Pieragostini
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