Scuola: affrontare il tema della parità e della molestia

Gen 10, 2025 | In primo piano, Parità di genere, Ultime novità | 0 commenti

Il ruolo della scuola nel contrasto alla violenza e in favore della parità di genere è fondamentale, lo diciamo da tempo. Ma come si concretizza? Nell’obiettivo di far riflettere i giovani attraverso un focus sulle azioni di contrasto ma soprattutto con un radicale cambiamento culturale.

La Convenzione di Istanbul del 2011, ratificata dal parlamento nel 2013, definisce in modo chiaro il ruolo dell’educazione di genere da parte della scuola.

Bisogna lavorare con i bambini e i ragazzi fin da piccoli e creare relazioni positive e paritarie dove maschi e femmine sono diversi ma uguali nei diritti. È fondamentale educare i giovani e le giovani al rispetto della persona, dell’essere umano per abbattere gli stereotipi, al fine di costruire una società inclusiva e non violenta.

La scuola deve sensibilizzarli al contrasto alla violenza, deve fare attività di prevenzione. Per farlo bisogna costruire delle relazioni basate sul rispetto, sulla parità, sull’inclusione, riconoscendo e valorizzando le differenze tra generi.

Viviamo in un’epoca in cui la sensibilizzazione alla parità di genere e la lotta contro la violenza e le molestie non possono più essere rimandate. In questo scenario, la scuola riveste un ruolo centrale e insostituibile: è l’ambiente dove i giovani non solo acquisiscono conoscenze, ma costruiscono i valori che guideranno la loro vita e il loro rapporto con gli altri. La scuola è il primo luogo di socializzazione al di fuori della famiglia. Nella scuola, i ragazzi e le ragazze imparano a convivere con la diversità, a rispettarsi e a riconoscere i diritti reciproci.

Proporre percorsi educativi mirati alla parità e al contrasto di ogni forma di violenza significa dare ai giovani gli strumenti per comprendere e decostruire gli stereotipi di genere, spesso alla base di comportamenti discriminatori e violenti.

Una cultura che non valorizza il rispetto?

La violenza, in ogni sua forma, nasce da una cultura che non valorizza abbastanza il rispetto reciproco. Attraverso attività didattiche, laboratori e dibattiti, gli insegnanti possono promuovere empatia, gestione pacifica dei conflitti e consapevolezza dei diritti umani. Ecco perché è cruciale inserire programmi strutturati per prevenire fenomeni come il bullismo, il sessismo e le molestie.

Le molestie, che siano verbali, fisiche o virtuali, non sono mai frutto del caso. Dietro queste dinamiche si nasconde una mancata educazione al rispetto. La scuola, in sinergia con le famiglie e le istituzioni, può intervenire fin dalla tenera età per insegnare che ogni individuo merita dignità e considerazione.

Formare gli insegnanti

Gli insegnanti sono modelli di riferimento. È fondamentale che siano formati per riconoscere e affrontare comportamenti inappropriati, ma anche per guidare i giovani verso una visione della vita basata sull’inclusione e la parità. La loro funzione va ben oltre l’insegnamento delle materie scolastiche: sono i promotori di un cambiamento culturale che parte dalle aule e si estende alla società intera.

La scuola deve collaborare con le aziende che, invece, hanno rapporti con i genitori di questi giovani e parlare la stessa lingua. Sarebbe importante creare una sinergia e degli incontri tra scuola, ovvero i ragazzi e le ragazze, e le aziende, ovvero gli educatori e le educatrici, nonché i genitori per trovare un linguaggio comune, abbattere gli stereotipi e dialogare per arrivare al bene comune.

Obiettivi verso la costruzione di un confronto

Quello che farò nel 2025, con una scuola pilota, è proprio questo, confrontarci e parlare per migliorarci e provare a cambiare. Investire sull’educazione alla parità e alla non violenza significa costruire una generazione capace di dire “no” alla discriminazione e alla sopraffazione. Per questo, è necessario che i programmi scolastici includano in modo sistematico questi temi, rendendoli centrali nel percorso di crescita di ogni alunno. La scuola non è solo un luogo di istruzione, ma un laboratorio di cittadinanza attiva. È lì che si gettano le basi per una società più equa, rispettosa e libera dalla violenza. Non dimentichiamolo mai.

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