Uno degli aspetti fondamentali della PDR 125, certificazione sulla parità di genere è la tutela della maternità sul luogo di lavoro per vivere un ambiente professionale, equo e inclusivo. Oltre ad essere un diritto sancito dalla legge, la maternità viene inserita come elemento fondamentale della certificazione per ottenere la parità di genere.
Ogni donna deve avere diritto di lavorare, di guadagnare come un uomo, di avere la stessa possibilità di carriera anche se decide di diventare madre. La cultura aziendale (e non), deve essere cambiata per invertire la visione della donna che viene discriminata a causa del concetto di maternità.
Le aziende devono tutelare la maternità attraverso concessioni di part-time, orari flessibili, smart working dove possibile, per poter conciliare la vita lavoro e la vita privata e per poter bilanciare le esigenze familiari e quelle professionali.
Un aspetto importante per le future mamme da parte delle aziende è quello di ricevere un supporto psicologico durante la gravidanza e nel post gravidanza, al ritorno al lavoro. Questo supporto fa sì che le mamme si sentano valorizzate e considerate, creando un ambiente inclusivo e promuovendo politiche antidiscriminatorie per lavorare in un ambiente favorevole.
Per un’azienda investire sulla tutela della maternità non rappresenta solo un dovere etico ma anche un investimento importante perché le aziende possono usufruire delle competenze trasversali delle mamme e raggiungere gli obiettivi prefissati. Inoltre, le lavoratrici soddisfatte sono più motivate e produttive e le aziende possono trarne i benefici anche a lungo termine. Le aziende si devono impegnare attivamente a garantire il benessere delle donne e far sì che esse vivano la maternità come un valore aggiunto.
La Ministra Roccella ha inviato alle imprese certificate in parità di genere un codice in favore della maternità per far sì che le aziende lo adottino modellandolo alle loro realtà. È un codice di autodisciplina proposto alle aziende sul tema della maternità ed è stato redatto ispirandosi alle buone pratiche.
Le imprese socialmente responsabili non guardano solo al presente ma anche al futuro e alla continuità delle generazioni tutelando la maternità intesa come investimento sul futuro delle imprese stesse. Le imprese inclusive sostengono i propri collaboratori e principalmente le donne che vogliono diventare madri, valorizzando il lavoro di cura e le competenze sviluppate attraverso il ruolo genitoriale. Tutto questo porterà al cambiamento di una cultura fatta oggi di stereotipi e pregiudizi dove la donna viene ancora discriminata, anziché riconoscerle il suo valore sociale.
È importante sostenere la natalità, ogni anno sempre più in calo nella nostra Nazione, e la parità di genere come obiettivi strategici per tutti.
Tre sono gli ambiti dove lavorare per favorire e tutelare la maternità in un’azienda: la continuità di carriera per le madri, le iniziative di prevenzione e cura della salute e la conciliazione dei tempi lavoro e vita privata con la cura e l’educazione dei figli.
Diverse sono le cose che possono fare le aziende a tal proposito. Sicuramente un aspetto importante per una donna in maternità è quello di essere informata di ciò che accade in azienda durante la sua assenza per farla sentire partecipe; un programma di back to work con formazione e sostegno al benessere psicofisico. Attenzione a screening e pacchetti di check up durante la gravidanza, forniti dalle aziende per la tutela della stessa, flessibilità nell’orario di lavoro, oppure bonus alla nascita del bambino e della bambina sono solo alcune delle buone pratiche che le aziende possono mettere in campo affinché la maternità sia un diritto tutelato e garantito per tutte le donne.
La maternità in Dami
Per quanto riguarda la mia azienda da sempre abbiamo avuto una certa attenzione alla maternità, ultimamente siamo diventati ancora più inclusivi e abbiamo aderito al codice della ministra Roccella evidenziando cosa facciamo al riguardo: attività informativa sull’evoluzione dell’azienda e dell’area professionale della lavoratrice durante la sua assenza, programma di back to work, ovvero del ritorno al lavoro, per garantire l’efficace rientro sul posto di lavoro facilitando il reinserimento sia da un punto di vista di socializzazione che di competenze; attuiamo una formazione mirata al benessere psicofisico al rientro al lavoro; campagne di prevenzione dedicate sia agli uomini che alle donne; flessibilità sull’orario di lavoro; lo sportello psicologico una volta alla settimana per il sostegno mentale, azioni rivolte al benessere alimentare e passaggi a part-time verticale e orizzontale.
Ritengo importante il tema dal momento che sono madre- lavoratrice, ed è per questo che con l’università di Macerata abbiamo realizzato degli incontri con esperti sulla genitorialità, per tutti quelli che, a prescindere dall’essere genitori, vogliano approfondire le conoscenze e le competenze.
In questo codice mi sono impegnata con la ministra Roccella, ma soprattutto con le mie donne nell’inserire una sussistenza sanitaria integrativa, una concessione di part-time reversibile e una disponibilità al supporto per le spese dei figli e delle figlie in età scolare o della prima infanzia che necessitano di centri estivi o colonie nel periodo estivo. È importante lavorare sulla tutela della maternità perché un paese che procrea è un paese che avrà un futuro.
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