Tra le molte menti femminili di cui ho scritto qui su Voci di donne, non potevo non dedicare un post a una donna che con stile, ironia e grande impegno culturale, intreccia scrittura, lettura, attivismo e parità di genere: Carolina Capria.
Il titolo del post, “Carolina Capria, l’ha scritto una femmina e non solo”, vuole essere un omaggio, un po’ provocatorio e un po’ celebrativo, alla sua opera, alla sua voce e al suo progetto molto chiaro: fare entrare la scrittura femminile, e le scrittrici, in uno spazio più visibile e valorizzato.
Ma chi è Carolina Capria?
È un’autrice, una sceneggiatrice, un’insegnante di scrittura creativa. Dal punto di vista editoriale ha pubblicato con case editrici importanti, Piemme, Mondadori, HarperCollins, e ha scritto sia per bambini/ragazzi che per lettori più adulti. Inoltre, negli ultimi anni ha creato e portato avanti la piattaforma social “L’ha scritto una femmina”, che è molto più di uno slogan: è una dichiarazione d’intenti.
Parlare di Carolina Capria per me è importante perché nel mio percorso, come lei da imprenditrice, scrittrice, giornalista attiva sui temi della parità, ho trovato un esempio di donna che utilizza la cultura e la comunicazione per scardinare stereotipi e pregiudizi. Carolina Capria lo fa a più livelli: tramite i libri, tramite la visibilità delle donne che scrivono, tramite la riflessione sui soggetti e gli sguardi narrativi.
Lei incarna perfettamente l’intersezione tra voce femminile e voce che non viene nascosta. Quando senti “L’ha scritto una femmina”, cosa pensi? Forse, e lo dico da donna, da lettrice, da professionista, ti scatta subito qualcosa: può essere etichettato come “solo per ragazze”, “rosa”, “leggerezza”, “solo infanzia”.
È solo da femmina?
E invece no: è una rivendicazione che Carolina Capria elabora, come ha raccontato, dopo aver incontrato bambini che definivano certi libri da femmine, quindi per bambine, e si vergognavano di dire che gli piacevano.
Questa cosa mi ha colpito molto: il riconoscimento che scrivere da donna, leggere da donna, prendersi lo spazio come donna sono atti non neutri. E che occorre disturbare quel “vergognarsi” che ancora oggi ci accompagna.
L’ha scritto una femmina non è tanto un libro in senso tradizionale, quanto un movimento, un manifesto, un invito, per tutte e tutti, a leggere, raccontare, condividere storie scritte da donne, con consapevolezza.
Vi racconto perché lo trovo così importante, quali sono i punti che mi hanno toccata, e alcune riflessioni che sono nate.
Vi siete mai chieste quante scrittrici avete studiato a scuola?
E quanto spesso i titoli suggeriti nelle librerie hanno nomi maschili? Io sì e lo trovo drammatico, che ancora studiamo scrittori uomini e non donne.
Quando leggiamo un libro scritto da una donna, tendiamo a catalogarlo come “di genere”, “tematica femminile”, “rosa”. E perché? Cosa succede se invece lo leggiamo semplicemente come buona letteratura? Come possiamo, noi che lavoriamo nelle imprese, nella formazione, nella comunicazione contribuire a sostenere queste voci?
Consigliare libri, coinvolgere gruppi di lettura, proporre workshop basati su autrici, ospitare dialoghi aperti, insomma: rendere visibile il lavoro invisibile.
Infine: cosa significa per noi scrivere?
Nel mio caso, come imprenditrice, scrittrice, giornalista, significa farmi portavoce della mia esperienza e rendere quella esperienza utile agli altri.
Carolina Capria scrive diversi libri e tra i suoi romanzi per ragazzi troviamo La circonferenza di una nuvola (2019) che segna un passaggio anche della sua produzione verso tematiche più complesse.
Il saggio/approfondimento Campo di battaglia. Le lotte dei corpi femminili (2022) apre uno spazio critico sulla condizione delle donne, sui corpi, sul desiderio e sulle imposizioni sociali.
A mio avviso i lavori di Carolina Capria hanno un doppio valore: simbolico e pratico.
Simbolico perché afferma che le donne scrivono non come eccezione ma come dato, e che la letteratura femminile non è un cliché da relegare ma un faro da valorizzare.
Pratico perché lo fa con strumenti moderni, social media, blogger, community, e non solo con la grande editoria di alto livello. In un contesto come quello italiano, dove, come sappiamo bene, la parità di genere è ancora un obiettivo e non una realtà stabile, queste micro-azioni contano.
Le parole “È stato scritto da una femmina” devono cambiare tonalità: da etichetta a bandiera
Ecco, credo che Capria faccia proprio questo: dà a quell’affermazione una energia, un significato, un’apertura.
Se mi chiedessero di descrivere in poche righe il messaggio di Carolina Capria, direi questo: la scrittura è uno spazio di libertà, sia per chi scrive, sia per chi legge e quando è resa visibile, resa collettiva, resa “da femmine” non è un limite ma una risorsa. E noi, come lettrici, professioniste, attiviste, possiamo decidere di accogliere questa risorsa, di sostenerla, di farla dialogare con tutto ciò che ci sta a cuore: parità, linguaggio, giovani, formazione.
Spero che questo post vi inviti non solo a conoscere Carolina Capria, se ancora non la conoscevate, ma anche a riflettere sul valore delle donne che scrivono e sul fatto che sì, “L’ha scritto una femmina” può essere proclamato con orgoglio, e che quel “e non solo” è il cuore del messaggio. Visitate il suo profilo Instagram L’ha scritto una femmina, scegliete un titolo consigliato da lei, leggetelo, e se vi va scrivetemi quale libro avete scelto e perché.
E se ne volete parlare, commentate e scrivetemi. Vi aspetto.












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