Cinque abitudini che mi fanno lavorare meglio

Ott 6, 2022 | Curiosità varie, Ultime novità, Un po' di me | 0 commenti

Cinque abitudini che mi fanno lavorare meglio

Scritto da Elisabetta Pieragostini

6 Ottobre 2022

Nella storia di Alice nel paese delle meraviglie la Regina di cuori dice ad Alice: “Devi correre sempre più forte se vuoi rimanere nello stesso posto. Se invece vorrai andare avanti, dovrai correre ad una velocità almeno doppia.”

Quest’anno sono diventata la CEO della nostra azienda e alcune domande me le sono dovute porre per poter migliorare le dinamiche lavorative. Le mie innanzitutto. Ho capito che per migliorarci sia nella vita che nel lavoro dobbiamo muoverci continuamente, più che correre però direi fluire, perché il mondo cambia in fretta ed è in continuo movimento.

Il lavoro non è tutto ciò che davvero conta nella vita di ognuno di noi, però visto che trascorriamo un notevole monte di ore al giorno nell’ambiente lavorativo è fondamentale stare bene perché è una parte importante della nostra vita. Per questo secondo me vita privata e lavoro viaggiano di pari passo; il miglioramento di una comporta inevitabilmente il miglioramento dell’altra. 

Le mie cinque buone abitudini o consigli per lavorare meglio

 

Il cambiamento come forma mentis

 

Per migliorare dobbiamo cercare la motivazione dentro di noi altrimenti tutto è inutile, per migliorare bisogna cambiare atteggiamento. Non sempre siamo consapevoli delle motivazioni, ma diventeràanno più forti quando attribuiremo il giusto valore alla meta da raggiungere. Ogni essere umano ha la sua motivazione ed è spinto a cercare cose diverse, che possono cambiare nel corso del tempo man mano che vengono soddisfatte. È importante sapere cosa stiamo cercando, poi motivarci per raggiungerlo attraverso il cambiamento continuo. Il cambiamento lo si deve volere per essere migliori e vivere con soddisfazione.

 

Lavorare per obiettivi

 

Per essere motivati è molto importante avere un obiettivo da raggiungere. Esso deve essere buono, non troppo facile ma neanche troppo difficile, in modo tale da mettere in campo tutto il potenziale che una persona ha. Prendiamo carta e penna e iniziamo a scrivere gli obiettivi che intendiamo raggiungere facendo un’analisi attenta dei miglioramenti che ci prefiggiamo, quali sono i più attuabili e quale percorso di miglioramento scegliere per ottenerli. Gli obiettivi devono essere specifici, ovvero circoscritti. Misurabili, per vedere se abbiamo ottenuto il risultato desiderato; temporalmente definiti, ovvero fissare un limite di tempo; raggiungibili, ovvero che devono essere compatibili con le nostre risorse per il raggiungimento. Inoltre, dobbiamo essere flessibili nel modificarli, sia a livello di tempo che di modo.

 

La tecnica del pomodoro

 

È una strategia, un metodo per la gestione del tuo tempo, ideata alla fine degli anni ’80 da Francesco Cirillo, per non farti perdere la concentrazione durante lo svolgimento di un’attività. La tecnica consiste nel fare un elenco di attività da svolgere, dare loro una priorità di importanza e di urgenza. Impostare il timer a 20 minuti di lavoro ed attività concentrata e focalizzata, poi prendersi 5 minuti di pausa, svago o semplicemente per prendere un po’ d’aria. Per ogni attività dovete stimare anche quanti pomodori riuscirete a fare e quanti effettivamente ne avete fatti, dovete fare una pianificazione. La difficoltà di questa tecnica può essere la difficoltà di dividere correttamente i compiti da svolgere e calcolare il numero dei pomodori necessari per svolgerli. L’altro aspetto è la gestione delle interruzioni, ovvero le distrazioni esterne, importante è essere assertivi  e usare il metodo di Cirillo “informa, negozia e richiama”, informare le persone che non vogliamo essere interrotti, negoziare un momento diverso per parlare e richiamare la persona che ci ha interrotti.

 

La leadership e il cambiamento

 

Se siete un leader dovete sapere che oltre a motivare le persone per il raggiungimento degli obiettivi, dovete anche assumere il ruolo di facilitatori al cambiamento, aiutando le persone a farlo e facendole adattare al meglio. Difficile il cambiamento all’interno di un’organizzazione, ma la bravura del leader sta nel conoscere le resistenze che le persone oppongono al cambiamento e i motivi che ne stanno dietro. Un leader deve innanzitutto dare il buon esempio e aiutare le persone a vedersi con occhi diversi attraverso strategie per migliorarsi, magari con un’attività di coaching.

 

Una leadership gentile

 

Un nuovo modello di leadership gentile prevede un cambiamento da parte del leader stesso che sceglierà di approcciarsi in modo diverso, prendendo decisioni migliori, acquisendo consapevolezza e portando nuove idee. Una leadership gentile prevede l’ascolto e il raggiungimento della fiducia. Si matureranno rispetto e sincerità, il team verrà valorizzato e ci saranno collaborazione e aiuto gli uni con gli altri. Un leader gentile deve ascoltare attivamente, motivare i collaboratori, essere empatico, gestire i conflitti interni, far sentire importanti i propri collaboratori, praticare una comunicazione efficace e chiara, saper gestire e organizzare il lavoro, essere flessibile e ricevere feedback per capire se sta percorrendo la strada giusta.

 

Gentilezza e assertività per migliorare vita e lavoro

 

Dalla mia esperienza di manager questi sono i consigli che voglio darvi, da diversi punti di vista, sia da leader che da collaboratori.

Sono cose che mi hanno aiutato nel mio percorso personale e professionale. Provate a metterli in pratica e fatemi sapere, scrivetemi se volete confrontarvi.

Buon lavoro e buon miglioramento a tutti.

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