Halloween spiegato ai bambini, ma anche a mamma e papà


Scritto da Elisabetta Pieragostini
C’era una volta in un castello incantato… Zucche dal sorriso inquietante, streghe e fantasmi che girano per le stanze, ragni e ragnatele ovunque…
Cari bambini, oggi voglio raccontarvi proprio questa storia, quella di Halloween, e delle tradizioni che gli sono legate, come quella di lasciare fuori dalle porte delle case banchetti in offerta agli spiriti.
Halloween: tra zucche e lanterne
Vi siete mai chiesti perché ad Halloween decoriamo le zucche e le illuminiamo?
Le zucche vengono intagliate e illuminate per essere utilizzate come lanterne per illuminare il cammino dei morti. Il nome di Halloween invece deriva dall’inglese All Hallow’s Eve Day ovvero la notte prima di Ognissanti. Il popolo dei Celti, per questa festa, si vestiva in modo da incutere terrore e paura così da scacciare ed esorcizzare il pericolo. Per questo è rimasta l’usanza di travestirsi da mostri o da creature spaventose.
Perché Halloween piace tanto ai bambini?
Perché è la festa più spaventosa dell’anno, è frizzante e divertente e si gira per le vie del paese bussando alle porte chiedendo “Dolcetto o scherzetto?”, perché i bambini possono mascherarsi e far emergere tutta la loro horror fantasia.
Halloween piace tanto ai bambini perché è una vera festa all’insegna del terrore con racconti e filastrocche come la famosa storia del trick or treat.
Originariamente, la sera del 31 ottobre i bambini poveri si travestivano da spiriti maligni e giravano per le case raccontando filastrocche per avere cibo in cambio. Il famoso dolcetto o scherzetto o trick or treat veniva usato per farsi regalare dolcetti per risparmiare ai padroni delle case l’influenza degli spiriti.
La leggenda di Jack O’ Lantern
Ma passiamo alle zucche di Halloween, cari piccoli spiritelli e mostriciattoli.
Jack era un bravo fabbro irlandese che voleva ingannare il diavolo, che invece voleva rubare l’anima al fabbro. Jack riuscì sempre a scappare ma non si comportò bene nella sua vita terrena. Dopo la sua morte, Jack si recò in Paradiso ma non venne accolto a causa della sua cattiva condotta terrena. Allora passò all’Inferno e il diavolo lo cacciò perché non ne voleva più sapere niente di lui. Da allora la sua anima vaga su una lanterna ricavata da una rapa. Con il tempo la rapa si trasforma in zucca, che è il simbolo di Halloween per eccellenza.
Cosa succede dopo Halloween?
Halloween, al di là del suo aspetto più festaiolo, ha un significato molto più profondo. Celebra infatti la festa dei morti e ricorda tutte le persone che non ci sono più. La morte è un evento naturale e penso che sia importante spiegare ai nostri bambini che fa parte della vita. Ovviamente sempre in base alla loro età e alla loro sensibilità.
Ma come spiegare a un bimbo il significato della morte, la separazione per sempre dalle persone care?
Questa è solo una mia considerazione personale, ma forse può aiutare alcuni tra voi genitori ad affrontare l’argomento.
Raccontate ai vostri figli che la morte, come la vita, è un fatto naturale. È importante parlarne con parole semplici e comprensibili senza angosciarli o terrorizzarli. Saranno anche loro a fare domande più o meno mirate a seconda della loro età o conoscenza del tema. Dobbiamo raccontare loro la verità utilizzando parole giuste, lasciando loro la speranza di una vita che continua, trovando storie o metafore, parlando di angeli o stelle. Sempre in base a ciò in cui si crede in famiglia, naturalmente. Non avrebbe senso parlare di paradiso in una famiglia che non ci crede.
Per i più piccoli si possono utilizzare anche le favole, perché loro sono dotati di un pensiero magico, e le favole sono sempre grandi alleate nella semplificazione di messaggi più complessi.
Si può parlare di morte come passaggio, cambiamento, transizione. Vedrete che comunque saranno i bambini stessi a guidarvi in questo argomento ponendovi le domande a cui necessitano di dare risposte.
Adesso però festa! Halloween sta per arrivare con tutto il suo carico di piccole magie. E mi raccomando con lo zucchero… Chi li tiene fermi poi?!

Scritto da Elisabetta Pieragostini
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