Un caffè con Anna Le Rose e le sue Vene (un sacher) Vanitose

Feb 28, 2023 | Ultime novità, Un caffè con un ospite | 0 commenti

Rieccomi con il nostro Caffè con un ospite e oggi ho il piacere di avere qui con me una persona speciale, una donna, una ghostwriter, un’autrice, colei che ho intervistato nella mia prima diretta Instagram, lei è la mia amica Anna Le Rose. Ha scritto “Ti amo un sacher”, pubblicato dalla casa editrice Giraldi, la mia stessa casa editrice, che ringraziamo perché in qualche modo ci ha fatto incontrare.

Iniziamo subito, grazie Anna, per sopportarmi e per aver accettato il mio secondo invito. Ho tante cose da chiederti, stai tranquilla, con le amiche sono più clemente. 

Anna grazie ancora per essere qui. Partiamo subito: ci racconti in cosa consiste esattamente il tuo lavoro? Cosa scrivi e per chi scrivi?

Ciao Elisabetta e grazie per avermi nuovamente invitato, non ti ho spaventato dopo la diretta allora!

Sono  un’autrice fantasma, ovvero una ghostwriter. Scrivo testi per clienti di varia natura e di varia natura sono anche i testi che produco. Dai post per i social a quelli per i blog passando per libri, presentazioni, brochure etc etc. Mi puoi chiedere persino una lettera d’amore! Per alcuni clienti seguo anche la parte di ideazione e pianificazione editoriale dei contenuti che poi verranno prodotti e pubblicati. Nel caso di libri invece mi può essere richiesta anche solo una revisione o una consulenza per la co-scrittura.

Hai un blog che si chiama Vene Vanitose, come mai?

Il blog… Povera creatura da me ormai abbandonata al suo destino. Penso spesso di tornare a scrivere lì, soprattutto negli ultimi mesi sto riflettendo molto sulla possibilità di scrivere e comunicare su uno spazio proprietario e non preso in prestito come quello dei social. È passato così tanto tempo che dovrei rivedere anche le pagine info perché sono cambiata e spero cresciuta in questi anni.

Vene Vanitose è il nome frutto di un “rebranding” del blog, inizialmente era solo Anna Le Rose. Giocando con le parole per lavoro e scrivendo ai tempi soprattutto in chiave un po’ irriverente mi è venuto naturale ironizzare su quello che è comunemente un difetto ma anche sul fatto che chi racconta è in qualche modo un po’ vanitoso. Più semplicemente però posso dire che si tratta di paracu*ata bella e buona da paroliera.

Sei anche autrice di un tuo libro, “Ti amo un sacher”. Che libro è? Curioso il titolo, ce lo racconti? A chi è rivolto?

Ti amo un sacher, uscito ormai sei anni fa, non è altro che un riassuntone di ciò che scrivevo sul blog e sui social anni fa e che poi ho portato anche in giro come monologo. Sono finita persino a teatro, chi lo avrebbe mai detto. Un giorno la casa editrice Giraldi mi ha proposto di scrivere un libro e da lì ho ampliato i miei monologhi con la storia della protagonista, Diamante, una copywriter 35enne dalla vita sufficientemente movimentata. Il titolo, anche in questo caso, è un gioco di parole come il nome del blog, ma la parola sacher in questo caso è legata alla storia.

Scrivi che hai un contenzioso con Bridget Jones, perché? Cosa ti ha fatto?

Come? Mi ha rubato il diario e lo ha pubblicato lei!

Scherzi a parte voglio molto bene a Bridget Jones, senza di lei non avrei scritto alcune delle belle cose che ho raccontato. Spero. Mi ha aiutato ad aprirmi all’ironia ai tempi.

Sei anche una cuoca speciale, cosa ami cucinare? Il tuo compagno sa cucinare?

Speciale non so, ma ti ringrazio. Amo cucinare e mangiare, la condivisione della tavola è una delle cose più belle della vita secondo me. Amo fare soprattutto la pizza e il pane, invento impasti e sperimento le lunghe lievitazioni. Negli ultimi anni mi sono orientata verso una cucina più vegetale riducendo sempre più il consumo di carne e mi diverto tantissimo a replicare ricette internazionali. A casa cucino io ma Anto sa fare ottimi panini e ogni tanto si cimenta in qualche piatto da propormi.

Hai un cane che si chiama Birke, da dove viene questo nome?

Birke è arrivata a casa lo scorso settembre, adottata tramite un’associazione che aveva salvato mamma e cuccioli. La scelta del nome è stata un parto lungo e travagliato ma alla fine, quasi per caso, durante l’aperitivo di un venerdì sera è uscito questo nome che in tedesco vuol dire betulla e Birke ha il pelo che ricorda il tronco di una betulla, albero nordico dei nuovi percorsi. Poi fa sorridere molti perché siamo portatori – orgogliosi – di Birkenstock.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Ogni tanto penso a un nuovo libro ma penso anche che ancora non sia il momento giusto. Ho voglia di tornare a scrivere anche per me, oltre che come ghost per gli altri, ritrovando quella dimensione leggera. A distanza di anni scriverei diversamente tante cose, tutto questo tempo spero mi sia servito per evolvermi e per avere un punto di vista più consapevole e lungimirante. Il blog sicuramente, con un bel restyling, è tra le priorità. E poi ti ho fatto una promessa che voglio onorare il prima possibile: contribuire al tuo bellissimo blog.

Ora ti farò delle domande a raffica ti chiedo di rispondere seguendo il tuo cuore. Iniziamo?

Che donna sei: curiosa;

Il tuo animale preferito: Birke;

Il tuo cibo preferito: la pizza;

Un libro da consigliarci: Margherita Dolcevita di Stefano Benni;

Il tuo film preferito: uno solo non riesco a dirtelo ma amo Io e Annie di Woody Allen;

Un grazie a…: il mio psicoterapeuta che anni fa mi ha aiutato a riconoscermi. 

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