Una figlia tredicenne in vacanza (studio) a New York


Scritto da Elisabetta Pieragostini
Quando il Covid arriva e ti colpisce, probabilmente ti fonde anche il cervello visto che nei giorni chiusa in camera con Viola mi arriva una chiamata da mia figlia più grande, Matilde: “Mamma, una cosa, posso andare a New York per una vacanza studio?” “Coosaaaa, Mati ma è uno scherzo? Stai guardando Mamma ho perso l’areo?”
Non era uno scherzo: mi aveva chiesto davvero di poter partire. Dopo aver bevuto una dose di Xanax, aver chiamato la mia psicologa, riflessioni in famiglia e meditazione a manetta, ho accettato questa folle richiesta. Ebbene sì, Matilde sta per partire per una vacanza studio negli Stati Uniti, all’età di 13 anni, forse è piccola, non lo so, ma va con le sue cugine e un gruppo di ragazze, accompagnate da un’insegnante.
Sulla carta dovrei essere tranquilla, vero?
Ripenso alla mia gioventù, a quando feci la mia prima vacanza studio in Inghilterra, a Londra, avevo sedici anni, esperienza di vita irripetibile. Forse è troppo piccola Mati, cosa pensate?
La vacanza durerà quindici giorni, alloggerà in un college, studierà inglese, vivrà la città ma soprattutto sarà un’esperienza irripetibile, da sola; il primo vero distacco senza un genitore. In questi giorni è euforica per i preparativi, valigia aperta e vestiti da mettere. Avrà anche una festa, cerca un vestito fashion nell’armadio, neanche andasse al ballo delle debuttanti. Ma la capisco, è naturale così, solo che io adesso sono la mamma di una figlia alla sua prima esperienza da grande.
Cavolo, sono la mamma di una ragazza e non più di una bambina. Con questa cosa ammetto che ogni tanto devo ancora farci i conti.
Ho suggerito qualche libro in valigia per leggere durante il viaggio o la sera prima di dormire, mi ha guardata male, sono proprio di un’altra epoca, lei ha presso cuffie e iPad per sparare la musica, altro che libri e libri.
Insomma, la guardo e sta crescendo e sta per affrontare una vacanza da sola, speriamo si riporti a casa le cose.
Tutte. Ecco.
Quasi quasi ti scrivo una lettera
Piccola grande Matilde,
In questi giorni mi hai chiesto sempre “mamma ti mancherò?” e io ti ho risposto di si, ma in maniera molto superficiale e di questo ti chiedo scusa, volevo farti partire serena. Vuoi sapere la verità? Certo che mi mancherai mia piccola Mati, mi mancherà tutto di te: il disordine, le chiacchiere, gli abbracci, i pianti e le risate. Mi mancherà inciampare tra i tuoi vestiti e le tue scarpe, mi mancherà il tuo profumo e stare insieme nel lettone tenendoci per mano.
Però sono felice, penso di aver fatto la scelta giusta, il viaggio ti riempirà la vita. Riporterai la valigia piena di vestiti da lavare ma anche di esperienze, di nuovi amici, di foto, di giornate lontane da me ma vicine alla donna che stai diventando.
Vivi tutto con la maturità e spontaneità che ti contraddistinguono. Sii sempre educata e gentile, mi raccomando, la testa sulle spalle, portala sempre con te ovunque andrai, non la dimenticare. Condividi questa vacanza con altre persone e regala loro i tuoi sorrisi, rimani sempre te stessa perché sei un tesoro troppo grande e prezioso, non dimenticarlo mai.
Divertiti, pensa a te stessa e per una volta sii egoista. Stai prendendo il volo, non perdere quest’occasione, vivila fino in fondo e goditela pienamente. La mamma sarà sempre qui ad aspettarti con le braccia aperte. Ovunque sarai io ti accompagnerò con il pensiero e se avrai bisogno di me io ci sarò. Non rinunciare ai tuoi sogni, continua a viaggiare perché il mondo è il più grande maestro di vita che tu possa avere, impara da lui perché così sarai una persona ricca di conoscenze e libera, perché solo chi sa può essere libero fino in fondo.
Mi mancherai ma sappi che sono molto felice per te e orgogliosa di averti come figlia.
Siii, lo so, sono solo due settimane, ma è la prima volta, lasciami frignare un po’.
Buona vacanza amore mio, ti voglio bene.

Scritto da Elisabetta Pieragostini
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