San Valentino: cosa ne penso. Un anno dopo.

Feb 9, 2022 | In primo piano, Ultime novità, Un po' di me | 0 commenti

San Valentino: cosa ne penso. Un anno dopo.

Scritto da Elisabetta Pieragostini

9 Febbraio 2022

Anche quest’anno puntuale come tutti gli anni arriva San Valentino, la festa degli innamorati, voi direte e basta ne hai già parlato l’anno scorso, e poi ne parlano tutti. Lo so, lo so, ne parlano pure i virologi ormai, ma ci ho pensato, ho riletto quello che ho scritto l’anno scorso e vorrei dirvi cosa ne penso un anno dopo.

Avrò cambiato idea al riguardo? A voi è mai capitato di pensare una cosa e dopo un certo periodo di tempo modificare la vostra idea, la vostra impressione e sensazione?

Allora, facciamo le cose con ordine. Intanto cliccando qui potete leggere cosa pensavo un anno fa dell’amore e di San Valentino. Per i più pigri faccio una breve sintesi.

Oltre alla storia del Santo per far conoscere un po’ a tutti come è nata questa festa, un anno fa pensavo che la festa degli innamorati fosse sempre, tutti i giorni, che questa è una festa più che altro commerciale, ma nulla di male in questo a livello economico, basta che qualcosa si muova. Credevo nell’amore, mi ero definita dolce e romantica, ma non sono stata una ragazza facile da corteggiare. Per me l’amore era un corteggiamento continuo e quotidiano, ho scritto tanti bla bla sull’amore.

Cosa penso di San Valentino e dell’amore: un anno dopo

 

San Valentino, lo ribadisco, secondo me è una festa un po’ come il Natale, il Capodanno, anzi lo definirei il Capodanno dell’amore, che sembra scoppiare di passione solo il 14 febbraio, ma in realtà ci sono altri 364 giorni dell’anno per manifestare amore e festeggiare. Però dopo un anno penso che questa festa l’hanno dovuta inventare perché nei 364 giorni non siamo in grado di festeggiare, né di dimostrare amore. No, no, non sono una cinica. È che spesso la vita prende il sopravvento, che lo vogliamo o meno. Sono pratica, non cinica.

Pensiamo alla nostra vita quotidiana; chi si addormenta sul divano, chi arriva a casa stanco e non vuole parlare, chi pensa solo al lavoro. Per non parlare poi dei regali, quando mai il vostro uomo torna a casa con un regalo o una sorpresa, nemmeno se tornando a casa dal lavoro davanti al negozio che più preferite il manichino inizia a cantare, urlare e ballare dicendogli: “Comprami, sono in vendita, non mordo, la farai felice”.

E comunque continuo a crederci

 

A me piace sognare e credere ancora nell’amore, e penso a come sarebbe bello almeno per un giorno lasciarsi andare a quell’amore passionale e beato. Lui che dedica frasi dolcissime, lei che gli allaccia i bottoni della camicia e gli sistema il colletto, pronti per un cinema strappalacrime, mangiando pop corn accoccolati, e tornando a casa sul tram limonando come due adolescenti. Si, va bene, c’è qualche stereotipo in questo ma ho semplificato. Possiamo invertire ogni parte e immedesimarci in ogni ruolo.

Sarebbe bello per un giorno essere la sua attrice preferita, sentirsi dire “Amore, sei la più bella del mondo”. Sarebbe bello infine baciarsi di notte sui portoni delle case e giurarsi amore eterno.

Ma la mia idea di amore è…

 

La mia idea è diversa, sentirsi amati è la cosa più bella che ci possa capitare e esserlo almeno un giorno ci renderà felici, gli altri 364 giorni vivrò con queto ricordo, e sognerò come nelle favole che ho scritto o nei romanzi che leggo, penserò di essere la protagonista di un film d’amore e l’anno lo sopporterò meglio.

Non è una cosa triste o rassegnata. Ci si ama, ma la verità è che l’amore nella vita è un’altra cosa. E si, ci si deve sopportare spesso.

Mi piacerebbe tanto tornare adolescente, alla semplicità dell’amore, ritrovarsi dopo la scuola e scambiarsi bigliettini d’amore e regalarsi Baci Perugina da mangiare e scartare per leggere insieme le frasi d’amore e incollarle sul diario. Quando ci mettevamo le cuffie per ascoltare le nostre canzoni preferite, bello era anche essere innamorate di chi neanche ti filava. San Valentino, nonostante le dicerie, è la festa che noi donne ricerchiamo e speriamo di essere ricordate almeno in quel giorno.

Potrei essere lapidata per questa affermazione, me ne rendo conto.

Come è cambiato il mio San Valentino nei vari decenni

 

All’età di 10 anni avevo qualche compagno di scuola innamorato che mi metteva i bigliettini nello zaino, anche se io ero persa per un ragazzo delle medie, che a sua volta flirtava con le ragazzine delle medie, e io che sognavo un amore come quello de Il tempo delle mele. 

All’età di 20 anni, invece, ero ai tempi di Beverly Hills e desideravo un Dylan, bello da impazzire e io volevo essere la sua Brenda, quella che riceveva mille attenzioni a San Valentino, poi negli altri giorni Dylan era bello e dannato, ma questo amore turbolento è ciò che mi piaceva e mi faceva battere il cuore. Qui generazioni di psicologi ci si sono pagati le vacanze.

All’età di 30 anni, con i figli, il San Valentino è passato in secondo piano, la cosa più romantica ricevuta è stata una pizza da mangiare tutti insieme con un cartone animato da guardare sul divano. Diciamo che il romanticismo e la passione sono andati a farsi benedire. Altro che Brenda e Dylan, qui siamo mamma e papà Pig. 

All’età di 40 anni, ormai San Valentino è un miraggio, hai le figlie alle prese con i primi amori e i primi regali, allora a te non resta che aiutarle, consigliarle e ripensare a come erano stati i tuoi. Insomma, nonostante io la trovi una festa commerciale e l’amore deve essere celebrato ogni giorno, a un anno di distanza vi dico che questo giorno merita di essere festeggiato perché se si tratta d’amore ogni cosa è più bella. Soprattutto se c’è di mezzo il cioccolato.

Buon San Valentino, innamorati.

 

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